Biografia di Paulin
Paolo Pasquero, conosciuto come "Paulin" e con il nome di battaglia "Valter" durante la Resistenza, è nato a Canale il 7 agosto 1925 e deceduto il 2 marzo 2016, all'età di 90 anni.
La sua infanzia fu segnata da grandi difficoltà: all'età di un solo anno
perse il padre Giuseppe, lasciando la madre Margherita vedova a 34 anni con
quattro figli, in condizioni di notevole povertà e umiliazione. Nonostante la
sua passione per lo studio, Paulin rinunciò a una borsa di studio offertagli da
Don Carlo Cavallotto per frequentare le scuole superiori e l'università,
scegliendo invece di lavorare come servo in campagna per sostenere la sua
famiglia.
Durante il ventennio fascista, Paulin fu costretto a entrare nelle
organizzazioni giovanili come "Balilla" e subì un'umiliazione
pubblica, venendo schiaffeggiato per aver disertato i "sabati
fascisti" a causa del lavoro agricolo necessario per la sua famiglia. Già
in tenera età manifestava idee repubblicane e non monarchiche. La perdita del
fratello Pierin, disperso in Russia durante la Seconda Guerra Mondiale, fu una
delle motivazioni che lo spinsero a un impegno ancora più profondo per la
libertà.
Nel maggio 1944, a 18 anni, Paulin entrò a far parte della 23a
Brigata Canale come partigiano "Valter", combattendo per la
libertà contro il nazifascismo. Partecipò a diverse azioni, inclusa la battaglia
vittoriosa di Santo Stefano Roero nel marzo 1945. Il 26 luglio 1943, il giorno
dopo la caduta del fascismo, Paulin fu tra coloro che distrussero i simboli
fascisti a Canale, salvando però un prezioso archivio fotografico della storia
locale. Nell'aprile 1945, sentendo vicina l'ora dell'insurrezione, scrisse un "testamento
spirituale" che esprimeva il suo desiderio di lasciare un'eredità
ideale, basata sui valori di patria, ricostruzione e difesa delle idee.
Nel dopoguerra, Paulin tentò di emigrare in America nel 1954 con sua madre,
ma le leggi sull'immigrazione e un'iniziale classificazione errata come
fascista gli impedirono di sbarcare facilmente negli Stati Uniti. Fu il suo
certificato di patriota, firmato dal Generale Alexander, a permettergli l'ingresso.
Durante il soggiorno a Key West, in Florida, e un breve periodo a Cuba, dove
incontrò il presidente Fulgencio Batista, Paulin e sua madre Margherita presero
parte al film "La Rosa Tatuata", vincitore di tre Oscar, con Anna
Magnani e Burt Lancaster. Tuttavia, il desiderio di sposare Maria lo spinse a
tornare in Italia.
Tornato a Canale nel 1955, Paulin sposò Maria Sacchetto e insieme ebbero
cinque figli: Beppe, Piera, Anna, Carla e Domenico. Nel dopoguerra, si dedicò
intensamente alla comunità agricola, diventando presidente dell'Azione
Cattolica e fondando il Club 3P ("Provare, Produrre,
Progredire") e una cooperativa agricola basata sul self-service,
dimostrando grande fiducia nelle persone. Fu anche vicepresidente provinciale
del settore giovanile Coldiretti e membro della Consulta Nazionale Coltivatori
Diretti a Roma. Nonostante la sua dedizione, le difficoltà economiche,
esacerbate da una grandinata nel 1960, lo portarono a lavorare come operaio
carrellista alla Fiat di Torino dal 1964 al 1981, pur continuando a coltivare
la terra nel tempo libero. Durante il suo periodo alla Fiat, Paulin ha
orgogliosamente scritto sul suo muletto "Sono nato, vivo e morirò
contadino baròt" per rimarcare le sue origini e dignità.
Un aspetto fondamentale della vita di Paulin fu il suo instancabile impegno
nella conservazione della Memoria della Resistenza. Nel 1971
fondò l'Associazione Partigiana "Tonio Ferrero" a
Canale, intitolata al promotore della Resistenza locale. Nel 2007, sentendo la
necessità di non dimenticare il passato e di assicurare che i valori della
Resistenza fossero tramandati alle nuove generazioni, Paulin coinvolse un
gruppo di persone formando il Gruppo di sostegno alla Tonio Ferrero e che
nel 2010 si trasformo nell'Associazione "Franco Casetta per la
Memoria della Resistenza", di cui fu presidente e guida
spirituale. Paulin ha dedicato la sua esistenza alla raccolta di testimonianze
e documenti sul periodo della Resistenza, creando un archivio di grande
valore conservato nella sua abitazione. Questo archivio è stato la
base per numerose iniziative, tra cui la mostra "Non dimenticar le mie
parole" nel 2012, organizzata per comunicare i valori della Resistenza,
soprattutto ai giovani. Paulin è stato anche testimone per il docu-film
"Scarpe Rotte" nel 1995 e ha contribuito a libri e commemorazioni. Il
suo impegno era volto a promuovere l'onestà, l'integrità morale, il coraggio e
l'impegno sociale, senza odio, ma con compassione, tolleranza e una profonda
fiducia nel futuro.
Commenti
Posta un commento
"Apprezziamo i tuoi commenti! Per favorire una conversazione più personale e costruire la nostra comunità, ti invitiamo a mettere il tuo nome. Se preferisci, puoi comunque commentare in forma anonima."