RACCONTI - Parte 4 - L'America
1. Quando siamo arrivati al porto di New York
Eravamo tutti incolonnati, al fondo
c'era un tavolo con un signore che scriveva e due poliziotti armati… chissà
cosa volevano. Quando è stato il mio turno arrivo lì e dico: - Mi chiamo
Pasquero Paolo - ma mi rispondono: - Guardi non andiamo avanti per non
perdere troppo tempo, lei non può sbarcare negli Stati Uniti. Come? Sto bene,
sono in piedi, cammino. Volevo fare un po' anche finta di non aver capito.
-No, no, cerchi di
comprendere, lei non può scendere perché lei è fascista. - Ma come? Io
sono fascista? Apre il cassetto, prende il foglio, me lo mette davanti, primo ottobre
1931, primo giorno di scuola, cominciavano sempre il primo ottobre di ogni anno
le scuole.
Quando mi hanno
registrato a scuola mi hanno registrato Balilla, sei anni, la firma… c'era la
mia firma. - La riconosce? - Sì sì, la riconosco. Non lo sapevo che ci
fosse questo, perché se l'avessi saputo mi sarei già dato da fare prima - E
allora lei porti pazienza, prenda i suoi bagagli….
- Prima devo però farle
vedere una cosa. Apro la valigia… quando sono partito avevo preso degli indumenti da
cambiarmi, ma anche per lavorare, poi soprattutto avevo messo tutta la
documentazione perché ero stato riconosciuto partigiano - Ecco, ho ancora il
documento originale, l'attestazione che sono stato partigiano -. Ero
certificato patriota6, e con questo sono stato riconosciuto.
Mi ha chiesto scusa. Anche perché c’era la firma del Generale Alexander5.
Io gli ho detto, qua non è un mio paesano che l'ha firmata, è un suo concittadino che l'ha firmata, quindi se avete qualcosa da dire mandatelo a dire a lui, quel signore lì, che penso che sia ancora vivo. Questo riconoscimento ce l'hanno dato verso il 1946, ed erano passati soltanto 8 anni. Fortuna che ho portato questo documento5 , se no non mi avrebbero lasciato sbarcare.
2. Ho partecipato ad un film che ha vinto tre Oscar
Nel periodo che ci siamo
fermati in America, io e mia mamma, abbiamo partecipato ad un film La rosa
tatuata con la Anna Magnani. Vivevo in un paese, Key West, la chiave del
West perché è l'ultimo lembo dagli Stati Uniti che guarda Cuba. Era venuto da
noi il regista che voleva girare il film The Rose Tattoo, che sarebbe La Rosa
Tatuata, riguardante un emigrante italiano che aveva incisa sul torace una
rosa.
Il regista cercava la
faccia e la corporatura di una donna siciliana, le ha fatto mettere in testa un
foulard, che prendeva soltanto metà testa, per rappresentare la donna siciliana
e allora da quel momento lì... Era la nonna di Burt Lancaster.
Io facevo una specie di
comparsa, ma dopo due giorni di riprese, ho detto questo qua non è il mio
posto, non mi trovavo, e allora mi hanno pagato e sono venuto via. Mia mamma
invece ha fatto dal principio fino alla fine, è stata sempre presente.
Ha avuto una parte importante, diverse volte ha
parlato.
La mia paga era di 10
dollari al giorno, quindi sono stati 20 dollari in tutto, con 6 ritenuti come
imposta.
Mia mamma ha preso quasi
800 dollari di paga, ma solo 350, togliendo le ritenute di tasse.
Burt Lancaster l'ho
trovato magnifico nel senso che diceva anche qualche parola e la diceva bene in
italiano, abbiamo passato anche delle ore in discussione per quello che
potevamo capire uno per l’altro.
La Magnani era un tipo
nervoso, sempre nervoso, mi ricordo uno di questi atti di nervosismo: la sua
persona di fiducia, che la trattava con la bambagia proprio al massimo, un
giorno si presentò con la tazza di caffè e gli disse signora prenda la tazza
lei andò in escandescenze gli dette uno schiaffo alla mano con la tazza così da
rovesciarle in faccia tutto il latte che aveva dentro, proprio molto molto
nervosa. Una capacità, però, enorme che ho potuto vedere da vicino perché anche
quando non sono più andato a far la parte l'ho sempre seguita tramite mia
mamma. Io la portavo al mattino e dovevo andare a prenderla alla sera. E’ stata
una persona molto molto in gamba più che recitare viveva la sua parte,
incredibile, era un'attrice in gamba, più di così non si poteva.
“Ma io non ho chiesto niente” diceva mia
mamma è stato Tennessee (lo sceneggiatore) e lui che mi ha scelto mi ha
invitato a venire io non sapevo niente anzi.
Quando il film è stato successivamente proiettato a Canale è stata
una festa per tutto il paese. Il comune di Canale pagò tutte le spese saremmo
stati cinque o seicento partecipanti. Una grande festa paesana, ogni volta che
si vedeva mia mamma nel film tutti si alzarono in piedi a battere le mani, la
chiamavano per nome, l'applaudivano … è stata una grande emozione.


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